Pantelleria in barca a vela é fra le mete più ambite per chi vuol fare sail charter nautico in Sicilia, noleggiare o affittare un gommone o una imbarcazione a motore. L'idea della vacanza é anche quella di fare delle escursioni nelle Isole Egadi, Trapani, Marsala, Erice, Mozia, Segesta o Selinunte ed anche visitare le prestigiose e storiche Cantine Florio.
Pantelleria per chi si occupa di charter nautico, consiglia sempre il noleggio di una imbarcazione a vela di almeno 40 piedi, e questo perché il tratto di mare che separa Pantelleria dalla costa siciliana può rivelarsi molto pericoloso soprattutto quando il maestrale gonfia le onde del canale di Sicilia. Posta tra l’Africa e la Sicilia ma più vicina sensibilmente alla prima, Pantelleria è un vero paradiso naturalistico.
Di origine vulcanica essa porta ancora i segni dell’antica attività presenti tra l’altro attorno al cratere ormai spento di Montagna Grande (800 mt. s.l.m.), dove si trovano numerosi sbocchi chiamati localmente “Cuddie”, o le fumarole all’interno di grotte chiamate stufe e considerate vere e proprie saune come il “Bagno asciutto” a Sibà o la stufa di Khazèn.
Altro residuo di questa attività vulcanica è lo “Specchio di Venere”, suggestivo laghetto alimentato da sorgenti termali.
Geologicamente l’isola è caratterizzata da splendide coste, spiagge, faraglioni, insenature, grotte, tra le quali la “Pertusa di Notaro”, detta anche “Cavità del Freddo” per l’aria fresca che fuoriesce dalle sue fessure ed ancora per la presenza di rocce particolari come le Trachiti, i Basalti, le Ossidiane e la Cossirite da cui deriva proprio il nome greco di Pantelleria (Cossyra); per gli Arabi invece era “Bent El Rion” ossia “figlia del vento”. Da un punto di vista architettonico Pantelleria è caratterizzata dai “Dammusi” (dal latino Domus), abitazioni costruite in pietra a secco dai muri spessi e con i tetti dalle caratteristiche cupole bianche per la raccolta delle acque piovane, a pianta quadrata o rettangolare con i tetti a crociera o reale e con i pavimenti in mattoni di terracotta o in maiolica policroma decorata a mano. Caratteristici inoltre sono le coltivazioni con il sistema del terrazzamento: i terreni coltivati a vigneti e capperi vengono delimitati e protetti con muretti di pietra a secco.
Famosa per la produzione dello Zibibbo, del cappero, e del vino Moscato l’isola testimonia la dominazione araba dai nomi delle sue contrade che evocano atmosfere africane: Khamma, Gadir, Sibà, Nikà, Rekhali, Mursia, Margana, Sataria.
Gli arabi non furono gli unici ad abitare l’isola: testimonianza unica delle antiche civiltà mediterranee è quella dei “Sesi”, sepolcri neolitici di 5000 anni fa caratterizzati da massicci tumuli megalitici a forma di cupola, a pianta ellittica o circolare al cui interno si aprono celle sepolcrali di numero variabile ed anch’essa a pianta circolare; a questi seguirono i Fenici, i Cartaginesi, gli Arabi, i Vandali, i Bizantini, i Normanni, gli Angioini, gli Aragonesi, i Genovesi, gli Spagnoli e i Borboni.
Dal punto di vista vegetazionale sono più di seicento le specie spontanee, tra cui il pino marittimo. Mentre dal punto di vista faunistico Pantelleria è importante come luogo di sosta per l’avifauna migratoria, unica stazione italiana del Beccamoschino iberico ed unica europea della Cinciallegra algerina; interessante la presenza di due insetti: l’Apterola e l’Onitis, quest’ultimo diffuso in Africa e presente in Italia solo a Pantelleria.
Il mare come è assolutamente prevedibile è incontaminato e pullula di numerose specie ittiche stanziali e pelagiche: Cefali, Dentici, Cernie, Polpi, Aragoste.
Prendendo il largo dal porto di Pantelleria dominato dal castello detto “Barbacane” simbolo dell’isola (di origine bizantina ma successivamente ampliato e modificato dagli Spagnoli nel 1500) e dirigendosi a destra si giunge al Bue Marino. Verso il faro di Punta Spadillo si incontra Punta Khariuscia e Cala Campobello con la bellissima Cala Cinquedenti ridossata dai venti di scirocco. Si prosegue inoltre con Cala Gadir, Punta Tracino e Cala Tramontana divisa da Cala Levante dal Faraglione, detto anche il “Ficodindia” perché nella sua parte alta vegetano piante di ficodindia.
Da citare ancora Punta dell’Arco detta anche Arco dell’Elefante perché la roccia che si protende verso il mare richiama la testa di un elefante che affonda nell’acqua con la sua proboscide ed ancora Balata dei Turchi, dove i pirati e i predoni del mare erano soliti sbarcare.
Inoltre l’insenatura di Nicà, Scauri con il suo porto, Punta Fram e Punta Tre Pietre.
Come per Favignana , anche Pantelleria è stata oggetto dell’arte pittorica del grande Renato Guttuso.